Avolte si sbagliano: storia di un clamoroso rifiuto editoriale.


Prima edizione - De Silva 1947. 
Pochi sanno che il primo editore del più celebre lavoro di Primo Levi non fu Einaudi. La casa editrice torinese, al cui nome è storicamente associato questo libro, diede alle stampe SE QUESTO E' UN UOMO nel 1958, solo dopo averne rifiutato  la pubblicazione (insieme a molti altri editori) per oltre un decennio. Furono Natalia Ginzburg, a quel tempo lettrice dello Struzzo, e soprattutto il direttore editoriale Cesare Pavese a cassare quello che di lì a qualche decennio sarebbe divenuto un classico della letteratura contemporanea.  Nel corso degli anni, le ragioni di quel clamoroso e incomprensibile primo diniego  editoriale  hanno dato vita ad un dibattito controverso e acceso.  Pare che alla radice del rifiuto vi fossero poco lungimiranti "valutazioni di mercato", più che una valutazione letteraria in sè  o ancor peggio una volontà censoria.
Levi  aveva cominciato a scrivere il suo libro al suo ritorno da Auschwitz. Nel 1946 propose il suo lavoro a molti editori, tra i quali appunto Eiunaudi ma anche le Edizioni Comunità di Olivetti: senza successo.  I primi capitoli uscirono allora nel 1947  sul settimanale della Federazione del PCI vercellese L'Amico del Popolo. Sempre nel 1947  il libro venne finalmente pubblicato da una piccola casa editrice piemontese, la De Silva, in 2500 copie. L'accoglienza della critica fu particolarmente tiepida, fatta eccezione che per una entusiastica recensione di Calvino sull'Unità, che lo definì un "libro magnifico, che non è solo una testimonianza efficacissima, ma ha delle pagine di autentica potenza narrativa, che rimarranno nella nostra memoria tra le più belle della letteratura della Seconda guerra mondiale". Ne andarono vendute pochissime copie:  qualche tempo dopo la De Silva fu assorbita dalla Nuova Italia di Firenze, e nel 1966 tutti gli invenduti di questa prima edizione -depositati in un magazzino-vennero irrimediabilmente danneggiati dall'alluvione.

Quando all'inizio degli anni Cinquanta cominciò a collaborare con l' Einaudi come traduttore scientifico, Levi  ritornò a proporre il suo libro alla Casa Editrice torinese. Glielo rifiutarono ancora, e poi ancora.  Dovette attendere il 1958, affinchè -grazie soprattutto ad un mutato interesse per l'esperienza dell'Olocausto- l'Einaudi decidesse di   pubblicare SE QUESTO E' UN UOMO, ad undici anni dal primo rifiuto.
Il libro di Primo Levi negli anni seguenti  vendette oltre un milione e mezzo di copie ed ebbe quasi 30 traduzioni in lingue straniere.

Il volantino pubblicitario della prima edizione (De Silva 1947)

L'edizione originale (De Silva, 1947) di "Se questo è un uomo" è disponibile presso la LIBRERIA MINERVA


PER APPROFONDIRE:
-Sulla vicenda editoriale  di SE QUESTO E' UN UOMO:

- Su Primo Levi:

-Per una storia dei "rifiuti editoriali" nell'editoria italiana
G. C. Ferretti, SIAMO SPIACENTI. CONTROSTORIA DELL'EDITORIA ITALIANA ATTRAVERSO I RIFIUTI, Bruno Mondadori